Il linguaggio e il legame
Ogni lingua si basa sul concetto di legame. La lingua parlata e scritta da un popolo è un modo di unirsi per capirsi, per sottrarsi a una babele sempre possibile. Nella pronuncia francese abbiamo il concetto di liaison, che vuol dire legame. In ogni lingua vi sono le congiunzioni, che sono legami: non costituiscono tuttavia la sostanza del discorso, che è invece fondato su soggetti e verbi, fra loro uniti: nell'analisi logica, non a caso, si parla a tal proposito di copula: perciò v'è legame e legame! Ma sempre sul concetto di legame, secondo noi quello ontologico, si fonda il discorso!
De Saussure distingueva fra lingua e linguaggio: la lingua è una parte, essenziale, del linguaggio. Il linguaggio riveste un ampio spettro comunicativo ed è un legame ancor più comprensivo: v'è il linguaggio del corpo, della gestualità, quello materiale, ecc.
Il termine greco logos significa proprio ciò che è raccolto! E il connesso verbo greco lego, (sia chiaro, si parla di verbo greco!) significa raccogliere, radunare!
Con questo termine, logos, viene indicato il discorso razionale dei filosofi, da alcuni visto anche come principio primo (arché) dell'esistenza. Il logos lega, ordina ciò che altrimenti è caotico. E' un legame! Eraclito identifica il logos nel fuoco; e gli stoici aggiungono il concetto di logos spermatikos, che è la ragione seminale dell'esistenza: attraverso l'unione, o legame, v'è una fecondazione continua che fa esistere.
Logos è un termine del quale anche i cristiani si appropriano, mutuandolo dalla filosofia greca. E' l'Evangelo secondo Giovanni a porlo come centrale al punto di identificare in esso Dio e perciò Cristo stesso:
"In principio era il logos/ e il logos era presso Dio/ e Dio era il logos"
(Gv 1,1 ss.).
Perciò Dio, rivelato pienamente nel Cristo, per i cristiani, è il legame per eccellenza. Nella traduzione latinizzata, viene usato in luogo del termine logos quello di verbo (da verbum). Il verbo esprime una realtà, un'azione; la parola serve a esprimere un gesto, un evento, un fatto; nel verbo l'azione si fa parola. Il verbo all'infinito indica qualcosa che supera la dimensione finita delle cose e la filosofia e la teologia legano sempre l'infinito a un principio primo o divino (ad esempio, l'essere). Il verbo nei suoi modi finiti è, come già epresso da questo aggettivo, in una dimensione non superiore alle cose e serve proprio a legare azioni e soggetti, tanto che si parla di coniugazioni del verbo: il verbo si coniuga, cioè si unisce, si lega!